Il motivo principale per cui uomini di tutte le epoche storiche,
tra cui moltissime persone religiose e cristiane, hanno deciso
di diventare vegetariani o vegani è stato quasi sempre il
rispetto per l’esistenza degli altri esseri viventi e il rifiuto
della violenza su esseri inermi come gli animali. Una ragione
etica che continua ad avere una sua immensa validità, visto
che oggi si continuano a uccidere 150 miliardi di animali
all’anno – di cui 53 miliardi di polli e 1,3 di suini – nelle
maniere più brutali e allucinanti, nel silenzio dei media.
Silenzio anche dovuto al fatto che gli allevamenti intensivi
sono luoghi ipercontrollati, dove stampa e tv non possono
mettere piede perché chi vede cosa accade in quei posti quasi
sempre resta scioccato e decide di cambiare alimentazione.
Diventando così una persona certamente più coerente, visto
che non è tale chi ama alcuni animali domestici come se stesso
(cosa bellissima) e al contempo accetta di mangiarne altri che
vivono e muoiono in condizioni disumane.
Ma oggi il rispetto degli animali non è più il solo motivo per
cui si diventa vegani. A un motivo altruistico se n’è aggiunto
uno più egoistico, ovvero la voglia di essere in salute, visto
che una dieta basata quasi esclusivamente su proteine
vegetali è in assoluto, secondo la scienza, la più salubre a
disposizione. Così, anche vip e persone note hanno cominciato
a scegliere diete vegetariane o vegane, magari basando la
decisione unicamente sul desiderio di stare bene e senza alcun
interesse verso la sofferenza animale.
Va comunque benissimo, l’importante è il risultato: meno
animali uccisi in modi barbari, meno gente che si ammala
per patologie cardiovascolari, tumori e altre malattie, con
conseguenti costi umani e sanitari. E comunque sono in molti
ad aver sposato una visione mista, dove la voglia di stare in
salute si unisce all’idea di fare del bene agli animali. Ma oggi
c’è un terzo motivo per cui essere vegani diventa sempre di più
qualcosa di lontano da una scelta estremista o di nicchia:
ovvero la sopravvivenza del nostro ecosistema.
È ampiamente dimostrato che la carne rossa è insostenibile
per quattro motivi: non esiste terreno sufficiente per
allevare gli animali e soprattutto produrre il loro mangime
da un lato e cereali per noi; i bovini emettono quantità
impressionanti di gas serra, in particolare metano,
dannosissime per l’ambiente; gli escrementi di questi
miliardi di animali finiscono in acqua e mari; e non da ultimo,
per produrre carne occorre una quantità di acqua che non
abbiamo più a disposizione, se è vero che solo per un kg di
carne bovina servono 15mila litri di acqua. Questi danni
riguardano tutta la filiera, partendo dalla carne rossa, suina,
poi carne bianca come tacchino o pollo e infine anche i
prodotti derivati, come uova e latticini.
E dunque oggi ci troviamo di fronte a una strada, quella verso
un’alimentazione sempre più vegana, che è quasi tracciata per
tutti. Resta il motivo della protezione degli animali: non si può
accarezzare un gattino e macellare una mucca; resta la
questione della salute – dare a un bambino pane e salame è
quanto di peggio possa esistere per la sua salute; ma c’è
soprattutto la questione della nostra stessa esistenza.
E in questo senso davvero la scelta di una dieta vegana, o quasi
vegana, non ha più nulla di ideologico, se mai lo avesse avuto.
Ma è una vera e urgente necessità. Anche perché in futuro
alcuni cibi estremamente idrovori non potranno più essere
prodotti. D’altronde, se la situazione degenera dal punto di
vista climatico, è possibile persino che i governi facciano
leggi che impongano alla gente di mangiare meno carne o non
mangiarne affatto, proprio come oggi si tassano merendine e
zuccheri.
Sarebbe però auspicabile non arrivare all’imposizione dall’alto,
ma semplicemente decidere da sé di ridurre drasticamente
le proteine animali nel proprio piatto. Anche per scoprire che
non c’è nulla da perdere nel gusto e nel piacere di mangiare. E
che è molto più facile di quanto non ci si immagini. Facile,
intelligente, salubre, rispettoso della vita altrui e compatibile
con la sopravvivenza dell’uomo sulla terra. Cosa aspettate a
cambiare?

(Ilfattoquotidiano.it)

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