Amicizia con rapporti sessuali, appuntamenti al buio tramite il web, pornografia su internet, poliamore, sesso live tramite webcam, pratiche bondage e sadomaso, feticismi, meditazione orgasmica, sex parties e ogni tipo di avanguardia sessuale: in Future Sex (Farrar, Straus and Giroux editore, in uscita in Italia ad aprile prossimo per Minimum Fax) la giovane scrittrice e giornalista americana Emily Witt esplora dall’interno, cioè praticandole, quasi tutte queste esperienze, per poi raccontarle in tutta la loro peculiarità e bellezza. Alla fine del percorso l’autrice – che prima del libro era “vagamente orientata verso un futuro di monogamia stabile” – cessa di pensare che il suo futuro debba essere per forza “un incontro faccia a faccia con un altro essere umano”, per restare con lui in maniera permanente. Soprattutto, è ormai convinta che “chi sostiene che in una relazione sia primario condividere gli stessi valori (come il matrimonio), e secondario il sesso, è destinato quasi certamente ad una grande infelicità”. Non è chiaro a Witt cosa ci sia dopo la fine del fidanzamento e del matrimonio per come li abbiamo concepiti. Ciò che conta però, scrive, è che i nostri desideri sessuali espressi, e praticati, si avvicinino a quelli reali, magari celati sotto uno strato di convinzioni difficile da erodere. Insomma che sia amore libero, porno o amicizia sessuale, il “sesso del futuro” dovrà essere autentico, privo di inibizioni e capace di rafforzare l’autostima, specie femminile.

In Future Sex lei racconta dei suoi appuntamenti on line e delle sue frequentazioni con uomini appena sconosciuti. Come ha vissuto queste esperienze?
Come persona single ho avuto una gamma di amicizie erotiche che cadevano al di fuori della tradizionale narrativa dell’amore e della coppia e che ho vissuto senza aspettative di impegno monogamico. Io e i miei partner non eravamo innamorati gli uni degli altri, ma al tempo stesso ci amareggiava l’idea di stare a casa da soli e sentirci tristi per noi stessi; per questo ci siamo incontrati e abbiamo dormito insieme, pur sapendo che le relazioni non erano “serie”.


Si possono separare sesso e un certo tipo di emozioni e aspettative?Una questione importante cui ho cercato di rispondere proprio nel libro è come si possa provare un senso di intimità, stabilità emotiva, e sentimento di appartenenza mentre si vive una fase di relazioni a stretto termine e senza impegno di alcun tipo. Molti di noi hanno vissuto in queste situazioni per mesi o anche anni. Oggi credo che ci sia molto valore in questo tipo di rapporti che la società tende a vedere come scadenti o di poco conto: per me invece è stato molto interessante capire cosa sarebbe successo se avessi cominciato a pensare ad essi come rapporti di valore, e descriverli con maggiore accuratezza. Senza vederli, appunto, come una fase transitoria ma, per esempio, come un modo permanente di stare al mondo.

Lei esplora moltissimo il sesso su internet. Eppure sembra essere parzialmente critica circa il binomio sesso-tecnologia.La tecnologia ci ha permesso di incontrare persone o di trovare comunità di simili con una facilità e comodità mai possibili finora. Come mezzo per conoscere persone, gli appuntamenti tramite internet e i social network sono eccellenti. Ciò che metto in dubbio è la tesi per cui queste app abbiano cambiato tutto – l’idea che, insomma, improvvisamente stiamo vivendo in maniera drasticamente diversa a causa di Tinder. Non credo che sia così facile, e una volta che due persone sono sole in una stanza non c’è applicazione che abbia detto loro che tipo di aspettative avere, come comportarsi, che natura abbia la loro relazione. Tocca ancora a loro definirla.

È possibile provare un orgasmo in maniera completamente distaccata, come la meditazione orgasmica, che lei ha provato, sembra promettere?La meditazione orgasmica, che è promossa da un gruppo di persone che ho incontrato in California, è una pratica nella quale un uomo accarezza il clitoride di una donna per quindici minuti. La donna non fa lo stesso e quando la masturbazione è finita i due non fanno sesso, semplicemente si salutano. È considerata una pratica meditativa che non svolge il ruolo dei preliminari in un rapporto: è un modo in cui due persone fanno un’esperienza reciproca che può in teoria succedere anche tra amici. L’idea è quella di creare un rituale contenuto per le donne che contempli una sessualità che è del tutto esterna a forme di romanticismo o relazione.

Personalmente l’ha trovata utile?Sì, è stato un metodo per focalizzarmi sul mio corpo, i miei sentimenti, e le mie aspettative senza dovermi preoccupare se l’uomo mi considerasse carina o fosse innamorato di me o avrebbe o meno pagato la mia cena. Ovviamente non è stato come avere un ottimo sesso con qualcuno con cui sei innamorata, ma questo non puoi certo ottenerlo con un appuntamento.

E cosa pensa, dopo la sua inchiesta, del bondage e delle pratiche di dominazione o sadomaso?Personalmente, devo ammetterlo, una delle poche cose che non ho provato è il bondage o i rituali di dominazione; mentre scrivevo il libro, però, sono arrivata a capire quanto potenti siano queste pratiche per alcune persone. Per alcuni, infatti, essere sculacciati o “soffocati” in sicurezza è una fantasia sessuale eccitante, e io credo che una vera libertà sessuale dovrebbe consentire alle persone di sperimentare in un luogo di parità e sicurezza. Per quanto riguarda il fascino del BDSM (dominazione e sottomissione, sadomasochismo…), la sociologa Eva Illouz ha spiegato che, se messe in atto con regole chiaramente definite e parole sicure, queste pratiche, così come i giochi di ruolo, possono dare un’utile struttura alla sessualità, in un tempo in cui il sesso confonde a causa dei cambiamenti delle dinamiche di genere. Questo è possibile proprio per l’imposizione di una dinamica di potere che è scelta attraverso i giochi di ruolo, invece che semplicemente mimando il patriarcato.

E il poliamore? Lo sente una scelta possibile, per lei?Il poliamore è una pratica nella quale si hanno diverse relazioni amorose allo stesso tempo, più di un serio fidanzato alla volta. Ammiro le persone che riescono a farlo. Sono molto interessata nella non monogamia, mi considero non monogama, ma penso che avere due fidanzati sarebbe emotivamente troppo per me.

Ci dice il suo giudizio sul porno, dopo averlo sperimentato?Guardarlo mi ha reso molto più confidente con il mio corpo. Passare molto tempo osservando persone che fanno porno, infatti, mi ha fatto capire che si trattava di uomini e donne con corpi attraenti, ma anche imperfezioni e asimmetrie, non modelli, a loro agio con l’essere nudi. Andare sui siti porno è meno opprimente che leggere un magazine di moda: le parti del mio corpo di cui mi sono sempre vergognata lì sono celebrate, al contrario di riviste che veicolano una visione della bellezza irraggiungibile e irrealistica.

Si sente oggi, come ha scritto, “più femminile, tollerante, aperta” e più libera dal rischio di “ipocrisia, disonestà, scarso desiderio sessuale, mutua infelicità” che caratterizza molti matrimoni?Nel libro ho messo in discussione cosa ritenevo fosse “naturale”, cioè la convinzione che il tipo di relazione nella quale una donna si sente più felice e più rispettata sia una relazione monogama e con un impegno a lungo termine. Ho provato a confutare le radici di questa mitologia e mi sono chiesta: perché, prima, pensavo in quella maniera? Perché credevo, per esempio, che un certo tipo di sesso (come il BDSM) o un modo di strutturare le relazioni (come il poliamore) o un modo per fantasticare (come certe forme di pornografia) fossero “sbagliate” per le donne? Ho sospeso le mie esitazioni e esplorato queste subculture con mente aperta.

E il risultato?Sono emersa da queste esplorazioni sentendomi molto più sicura sessualmente, aperta di mente, e desiderosa di sperimentare. Non ho più sentito che la mia felicità dipendesse dalla decisione di un uomo, ho sentito invece che avrei potuto creare un senso di appartenenza sessuale all’interno dei termini della mia vita, senza dover trovare una persona magica che avrebbe dovuto scegliere me tra tutte le altre.

Un critico ha scritto che, sebbene metta in discussione il matrimonio monogamico, lei non propone alternative che possano rimpiazzarlo. Cosa risponde?
Lo scopo per me era quello di arrivare a una maggiore onestà e autenticità nelle mie relazioni. Ad esempio, all’inizio della mia inchiesta, io e i miei amici non consideravamo queste relazioni a breve termine come davvero reali, tendevamo a svalutarle, mentre oggi credo che possano davvero rappresentare il futuro della società.

E quando ci sono dei figli?La sfida attuale è proprio questa: come creare famiglie, stabilità emozionale e spazi sicuri in cui crescere figli in una società in cui così tante persone credono che il matrimonio sia dal lato sbagliato della storia e stanno esplorando un’ampia gamma di amicizie amorose per lunghi anni della loro vita. Io non riesco a vedermi sposata, ma vorrei sviluppare relazioni che evolvano nel tempo. Vorrei definire i termini di questi impegni oltre la monogamia sessuale: come lei ha detto, in Italia è così che molti matrimoni funzionano, come una fedeltà formale e storie extramatrimoniali. Cosa accadrebbe se queste storie potessero avvenire apertamente, senza tutte le ipocrisie e i doppi sensi?

Mi pare che abbia dichiarato di essere attualmente fidanzata. Questo ha cambiato qualcosa in ciò che ha scritto?Assolutamente no, non lo sono. Ho rotto con il mio ultimo fidanzato poco dopo aver finito il libro e adesso ho una persona della quale sono semplicemente molto innamorata. Vedo il mondo con occhi diversi dopo il libro: in questa nuova relazione stiamo cercando di evitare che la cultura definisca a cosa i nostri impegni dovrebbero assomigliare; siamo inoltre aperti nell’essere sessualmente disponibili verso altre persone, ma non c’è nessun programma dogmatico, è un esperimento e di sicuro andremo incontro anche a dei fallimenti. Ma l’obiettivo, appunto, è l’onestà e l’autenticità.

Pubblicato su Repubblica.it dicembre 2016

Foto di Dazzle Jam per Canva

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