Far piovere a comando, irrigando le zone aride per aiutare l’agricoltura e innevando le montagne per fini sportivi e turistici. È questa oggi, forse, la più grande utopia di un pianeta dove, a causa della crisi climatica, le siccità sono in aumento drammatico. Ecco perché la tecnica – in realtà abbastanza antica – dell’“inseminazione delle nuvole” sta riscuotendo un’attenzione sempre più crescente, specie da parte della Cina e dei paesi degli Emirati Arabi.
Si chiama cloud seeding: in pratica si tratta di modificare il tempo per tentare di far aumentare la quantità di precipitazioni in una certa area. Pioggia, o anche neve, oppure chicchi di grandine meno grandi e devastanti. Lo si fa “seminando”, appunto, le nuvole con getti di ioduro d’argento o ghiaccio secco sparati da aerei a una determinata altitudine, in modo che le molecole di acqua utilizzino le superfici solide di questi “semi” per organizzarsi in forma cristallina a temperature meno fredde e dar luogo a precipitazioni.
Proprio di recente, il Centro meteorologico degli Emirati Uniti ha diffuso immagini di piogge torrenziali che sarebbero scaturite a Dubai proprio da tecniche di cloud seeding. Tecniche che nel paese sono utilizzate in maniera massiccia (si parla di 126 operazioni dall’inizio del 2021). L’altro Stato che punta su questa pratica è la Cina, con investimenti di centinaia di milioni di dollari e l’obiettivo di far piovere in futuro su un’area equivalente a circa il dieci per cento del Paese. La pioggia è diversa dalla disponibilità d’acqua: infatti non solo combatte la siccità, ma pulisce anche i cieli dalle polveri sottili.
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