“Helicopter time” recitava la scritta sul post Instagram di pochi giorni fa di Chiara Ferragni. “E’ il momento di salire sull’elicottero”, insieme agli amici, per andare a fare un aperitivo su un (agonizzante) ghiacciaio. Un post che ha suscitato subito tantissime polemiche. Quando ho letto la notizia, in effetti, ero incredula, anche se non sono stata tra chi pensava che la fase dell’impegno politico dell’influencer, con la presa di posizione sull’aborto, avesse cambiato la natura intrinsecamente commerciale del suo impero. Ma, insomma, a luglio sui nostri ghiacciai c’è stata una strage, ragazzi e ragazze sono morti, il ghiacciaio che fonde è ormai l’emblema del declino inarrestabile della nostra umanità e dell’assenza di futuro dei giovani. Eppure lì Ferragni e i suoi amici sono andati.
Ma non è solo l’aperitivo infelice in elicottero il problema. Questa estate varie volte ricchi e vip hanno ostentato la loro ricchezza e il loro benessere, tacciando di invidia sociale quelli che criticavano questi comportamenti (come ha fatto ad esempio Flavio Briatore). Ormai i social network sembrano fatti proprio per questo, per mostrare quanto si è felici, benestanti e quanto lo sono i propri figli e parenti. Un atteggiamento molto comune, sempre sui social, anche ai meno ricchi, che non si rendono conto di quanto sia sbagliato mostrare ed esaltare il privilegio, anche se non grande. Sbagliato e soprattutto controproducente.
Non è facile capire il motivo. In questi ultimi anni le diseguaglianze tra le persone si sono aggravate in maniera enorme, il divario tra ricchi è poveri è cresciuto, i pochissimi ricchi detengono una percentuale sempre maggiore di ricchezza. Svanita l’illusione di una crescita che portava più benessere a tutti, ci ritroviamo più poveri e con un’inflazione altissima e, vale la pena ricordarlo, un clima stravolto e atroce che colpisce molto più i deboli dei ricchi. Non è difficile capire perché stia montando una rabbia sociale che andrà crescendo nel vicino futuro. Ne è una testimonianza il successo dell’account Instagram Jet Dei Ricchi, che quest’estate ha saputo imporre il tema della profonda ingiustizia di chi usa il jet privato inquinando tantissimo senza pagare per questo. Mentre i comuni mortali invece cercano di mettere in atto pratiche ecologiche, tra cui cuocere la pasta a gas spento, che sono appunto rese vane da questi comportamenti letteralmente immorali.
Ma come fa l’account a sapere di chi usa il jet? Ebbene, la maggior parte delle informazioni arrivano proprio dai social. Perché i vari vip – dalla Ferragni family, di nuovo, a Sonia Bruganelli ad altri ancora – non possono resistere dal fotografarsi sul jet privato. Ancora convinti che le persone vivano in una sorta di adulazione inconsapevole, che cerchino icone da venerare. Non è più così o comunque lo sarà sempre di meno. E le critiche che arrivano non sono frutto di invidia sociale, quanto piuttosto di un sano e giusto sentimento di irritazione e rabbia verso l’ormai insopportabile immoralitàdi certi comportamenti.
Allora forse sarebbe il caso di dare un paio di consigli di comunicazione a questi vip, nel loro interesse, perché presto, ripeto, il risentimento aumenterà in maniera esponenziale, con conseguenze anche rischiose (ma i loro social media manager che fanno? Non sanno che questa strategia è tutta sbagliata?). In primo luogo, eviterei in tutti i modi di mostrare comportamenti che evidenzino un consumismo senza limiti, soprattutto quando questo consumismo porta al degrado ambientale. Non si fa, e non è neanche “cool”. Certo, sarebbe meglio non farlo proprio, non solo limitarsi a non esporlo, ma tanto per gli influencer le due cose coincidono quindi forse finalmente, se non potranno mostrarsi, prenderanno il treno.
In secondo luogo, smetterei poi, se contestati per la propria ricchezza, di negare di essere ricchi e privilegiati, come è successo a qualche tempo fa a Fedez, criticato dall’attivista Serena Mazzini per essere, a suo avviso, un malato di rango diverso dagli altri. Mazzini ha sbagliato, non c’è dubbio, perché in generale non si attacca una persona malata – anche se il fatto di condividere ogni passo della propria malattia sui social induce ovviamente le persone a commentare – e perché che Fedez fosse guarito dal tumore in tre giorni è cosa falsa. Tuttavia Fedez ha risposto dicendo di essere stato trattato come un comune mortale, intendendo però l’operazione chirurgica fatta in ospedale. Ma noi sappiamo bene che in Italia anche i ricchi si operano in ospedale, e che la vera differenza tra la vita e la morte la fa soprattutto la diagnosi precoce e la prevenzione, spesso molto costose, e il follow up, spesso inaccessibile appunto ai comuni mortali. Insomma, Fedez avrebbe fatto meglio a dire la verità e cioè che ha la fortuna di potersi curare al meglio, diversamente da altri meno fortunati. In altre parole, sarebbe gradita maggiore autenticità.
In generale, sarebbe bella una società inversa a quella attuale, dove le persone di successo fossero non ricchi cafoni alla Briatore o devastatori del pianeta, né influencer che vendono oggetti ad ogni post. Ma uomini e donne con dei valori forti, in generale e in particolare rispetto alla salvaguardia di un mondo che sta morendo. Uomini e donne non consumisti, che ci propongano altre narrazioni, altri modelli, altre visioni. Così che anche noi “normali” smettiamo di postare incessantemente le piscine dove andiamo, le cene di pesce che mangiamo, le vacanze che facciamo. Anche questo è poco lungimirante e pure, ripeto, rischioso, anche per le informazioni che vengono date. Nel mio piccolo, cerco di evitare ogni forma di ostentazione, cancello le marche quando si vedono nei post ed evito i dettagli, e non per superiorità morale, semplicemente per proteggere me e la mia famiglia. Cosa che molti non fanno. E non è furbo specie, ripeto, di questi tempi dove sarebbe consigliato un forte understatement – come quello dimostrato dai reali inglesi che hanno invitato tutti, capi di stato e altre personalità, a non venire ai funerali della regina utilizzando jet privati ma normali voli di linea.
Insomma, oggi dovrebbe essere ridicolo, ma anche fuorimoda, calpestare un ghiacciaio morente per farsi uno spritz. Penso che saremo una società migliore quando questi comportamenti saranno talmente stigmatizzati da essere impossibili. Questo non cambierà la povertà di molti, forse, ma almeno ridarà un po’ di dignità alla nostra società, ristabilendo una gerarchia morale diversa da quella attuale, del tutto sbagliata.
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