Negli ultimi anni, i nostri governi hanno fatto esattamente ciò che non avrebbero dovuto fare: aumentare la nostra dipendenza energetica da paesi terzi, non fare nulla sul fronte della indispensabile sovranità alimentare, minacciata dalla crisi climatica.
Lo spostamento dal gas russo a quello di altri paesi tra cui gli Stati Uniti, raccontato come la svolta per le nostre aziende e famiglie, si è schiantato miseramente contro la realtà: in un mondo instabile sotto tutti i punti di vista, il paese creduto democratico per antonomasia è diventato una semi-dittatura, e cerca di picconare la globalizzazione a colpi di dazi che causeranno immensa inflazione, povertà, crisi in borsa (quindi soldi bruciati) continui e inarrestabili.
Poco o nulla si è fatto per l’unica indipendenza energetica reale e stabile per sempre, ovvero le rinnovabili. Capaci non solo di fornire energia economica prodotta sul territorio, ma al tempo stesso di arrestare l’aumento delle emissioni che la crisi climatica la causano, bruciando i nostri raccolti e rendendoci dunque sempre più dipendenti dall’estero anche per l’approvvigionamento alimentare.
Un doppio affare, che nessuno ha saputo né voluto cogliere, perché le lobby delle fossili sono state ancora una volta troppo forti.
Fa tuttavia sorridere, per dirla con un eufemismo, che anche il governo sovranistaper antonomasia, cioè quello Meloni, che ha addirittura un Ministero per la Sovranità alimentare, sia quello che si è dimostrato più dipendente dall’estero, seguendo totalmente la linea del governo Draghi fino all’elezione di Trump e ai dazi imposti anche a noi, con buona pace della fittizia amicizia tra i due.
La verità è che il governo Meloni non ha idea di cosa sia il sovranismo, sia energetico che alimentare. Più o meno lo identifica, e così il ministro Lollobrigida, con una sorta di elogio del Made in Italy e delle sue prelibatezze vendute nel mondo. Invece sovranismo significa autonomia. Significa che ci produciamo il cibo che serve. Significa che ci produciamo l’energia che serve.
Questo tipo di autonomia sarebbe stata sicuramente buona e necessaria in tempi di globalizzazione galoppante e da tutti difesa, ma diventa assolutamente indispensabile quando soffiano venti di de-globalizzazione, di cui i dazi sono espressione. Perché così ci troviamo doppiamente fregati e il risultato, appunto, sarà un’inflazione che si impenna e ulteriore povertà.
Cosa servirebbe? Seppure in ritardo, bisognerebbe spingere quanto più possibile sulle energie rinnovabili, togliendo i mille paletti che il governo ha messo. Servirebbe inoltre contrastare la crisi climatica, perché ogni mezzo grado di temperatura in più significa che diventiamo sempre meno capaci di produrre, che i nostri raccolti diventano più miseri e che quindi aumenta la nostra dipendenza dall’estero, con prezzi in continua crescita.
Ma le considerazioni più amare non si fermano qui. Perché c’è invece un sovranismo che i governi europei vogliono assolutamente raggiungere: ovvero quello militare. Che non va di pari passo, però, con quello energetico e alimentare, che non ci dà pane, anzi il pane ce lo toglie, visto che i soldi per il riarmo saranno forzatamente presi da quelli per beni e servizi di prima necessità.
Servirebbe, in conclusione, più coerenza. Se si vuole essere sovranisti, bisogna esserlo sul serio e fare azioni conseguenti che metterebbero al riparo, almeno parzialmente, il nostro paese. Tutto il resto è barzelletta, incapacità, ignoranza, conflitti di interessi. E, soprattutto, bollette sempre più alte e cibi sullo scaffale che le famiglie non potranno più permettersi.
Il Fatto Quotidiano, 6 aprile 2025
Foto di Valentin J-W da Pixabay