Piccolo vocabolario etico perché tutto tutto ciò che è successo non riaccada
Concludo questo piccolo vocabolario di 21 parole oncia parola “voce”. Che però vuole raccogliere tanti altri significati: voce è far sentire la propria voce, ovviamente, voce è protesta, anche dura, voce è, anche votare, unico prezioso strumento che abbiamo per cambiare le cose a livello istituzionale.
Perché possiamo operare una incredibile rivoluzione individuale, possiamo fare una transizione ecologica soggettiva completa, possiamo rispettare i doveri e usare bene i nostri diritti ma se le istituzioni non cambiano, se le istituzioni agiscono male, se i governi, le nazioni non prendono le misure volte a salvaguardarci non avremo scampo. Dobbiamo far loro capire che alla nostra rivoluzione esigiamo segua la loro, che il cambiamento deve essere privato e pubblico, nazionale e globale, singolo e di tutti.
Votare è importantissimo, l’astensionismo non serve e fa male alla democrazia, alla società, all’ambiente. Ma poi ci sono mille forme di protesta, digitali, fisiche, scritte, parlate, urlate. E’ vero già le usiamo, a volte siamo consumati dalle continue petizioni, dai continui tentativi di farci sentire, a volte finiamo le giornate affaticati e impotenti, e pure poveri, che protestare non è un mestiere. Ma non dobbiamo smettere, perché far sentire la nostra voce resta comunque la cosa più preziosa che abbiamo e un formidabile strumento di cambiamento, per non dire di rivoluzione.
Facciamola sentire forte.