L’idea l’aveva lanciata a Mario Draghi, proprio ieri, Rossella Muroni, deputata LeU impegnata in maniera intensa sul fronte climatico e ambientale: fare un ministero per la transizione ecologica, anche – ma non solo – per gestire i soldi del Recovery Fund. Oggi arriva, inaspettato, un post di Beppe Grillo che propone una vera e propria rivoluzione per la politica italiana. Grillo propone numerose cose.
Anzitutto, come prima cosa, un ministero per la transizione ecologica, che fonda gli attuali ministeri dell’ambiente e dello sviluppo economico, sulla scia di altri paesi, e a cui venga data la competenza della politica energetica (o almeno, scrive, all’eventuale “superstite del Ministero dell’ambiente”). Seconda cosa: creare un Consiglio superiore per lo sviluppo sostenibile composto da personalità di altissimo profilo, una sorta di “corte suprema per lo sviluppo sostenibile” che abbia, tra l’altro, non solo autorevolezza ma anche “intensa comunicazione pubblica”. Terza, importante proposta: inserire nella Costituzione, in particolare nell’articolo due e nove, lo sviluppo sostenibile, così che l’ambiente venga garantito come “diritto fondamentale”. Grillo propone anche di ridurre alle società benefit l’imposta sul reddito d’impresa, di eliminare i sussidi ambientalmente nocivi, calendarizzandone la riduzione con urgenza, infine propone di sostenere lo sviluppo di start up ecosostenibili per i giovani e di creare un fondo pensioni complementare per la transizione ecologica.
Mentre quest’ultima proposta resta ancora da chiarire, tutte le altre sono idee che gli ambientalisti vanno ripetendo da anni, se non da decenni. Si tratta di un vero e proprio programma ambientale e climatico di governo, e certo la domanda che viene spontanea è perché Grillo abbia messo sul piatto con chiarezza e radicalità questi temi proprio ora. Ciò che Grillo propone è importante, anzi fondamentale, perché rivela un cambio di approccio: l’ambiente non può essere più un tema separato, dato in appalto al ministero dell’Ambiente, un po’ come fatto da Conte nei suoi due governi. Perché per quanto abile possa essere il ministro, come lo è stato Sergio Costa, questo non basta. E infatti i risultati ambientali e soprattutto climatici dei due governi Conte sono miseri, se è vero che, addirittura, non si è riusciti ad eliminare il fiume di miliardi che ad oggi tutt’ora viene dato alle fonti fossili in forma di sussidi. Perché qualcosa davvero cambi è necessario che economia e ambiente (e dunque crisi climatica) diventino due face della stessa medaglia. Perché la transizione climatica non si fa contro l’economia, ma attraverso l’economia. La transizione ecologica e climatica è un approccio che, anzi, qualsiasi ministero dovrebbe approvare. Non è un tema, appunto, ma una modalità di azione ormai imprescindibile.
L’intento di Grillo è quello, probabilmente, di alzare la posta nel momento in cui decide di aderire, dare un sostegno, al nuovo governo Draghi. In altre parole di mettere, finalmente, sul piatto proposte radicali ma che Draghi dovrebbe assolutamente fare sue se è vero che, come ha ripetuto più volte, ha a cuore il futuro dei giovani. Perché oltre la disoccupazione e le diseguaglianze, c’è un tema ancora più radicale che minaccia l’esistenza di noi tutti e soprattutto dei più giovani e cioè il riscaldamento globale. Ieri sono usciti due articoli tanto fondamentali quanto preoccupanti: nel primo si traccia con chiarezza un rapporto tra pandemia e riscaldamento globale, nel secondo si avvisa che la funzione di riparo dell’Artico rischia di esaurirsi in pochi anni, dopo di che saremo esposti a ondate di riscaldamento sempre più letali. Sono notizie veramente inquietanti rispetto alle quali persino le proposte di Grillo appaiono tardive e forse inutili. Ma, banalmente, meglio tardi che mai.
Il punto vero è: Draghi raccoglierà questa idea? Farà un ministero della transizione ecologica? Metterà in campo una politica climatica davvero radicale e finora non vista? Sinceramente, c’è da dubitarne. È vero che in un famoso discorso ad un meeting di Rimini disse che la questione della sostenibilità ambientale era fondamentale, ma di sicuro il suo profilo è caratterizzato da altri temi. Tra l’altro la transizione ecologica non è solo una cosa che riguarda l’energia, come pure Grillo sottolinea, ma deve andare di pari passo con una rivoluzione sociale. Perché se vuoi davvero cambiare l’economia in senso ecologico, altro che abolizione del reddito di cittadinanza. Occorre invece una pianificazione di sussidi specifici per chi perderà il posto di lavoro, nonché di moltissimi fondi per la ri-formazione delle persone. In altre parole, col liberismo, per quanto nobile, la transizione ecologica è assolutamente complicata. Per contrastare il cambiamento climatico servono tecnici, ma anche persone dalla sensibilità sociale spiccata e capaci di tenere sempre insieme, ripeto, sostenibilità ed eguaglianza. Insomma, la rivoluzione ecologica è più di sinistra che di destra.
Altri dubbi vengono dalla maggioranza che avrà Draghi. Una maggioranza con dentro, probabilmente, sovranisti che neanche sanno di che si sta parlando, quanto a transizione ecologica. Oggi Salvini dice che voterà tutto senza condizioni, il che significa in altre parole che non gliene importa nulle delle idee ma vuole solo governare, ma difficilmente vedo la sua maggioranza dare il sostegno ad una rivoluzione verde. Per non parlare di Italia Viva, se è vero che Renzi è riuscito a far saltare un governo politico in nome dei “temi” e dei giovani senza mai, mai, nominare la parola ambiente. Meglio, o meno peggio, potrebbe fare il Pd, che di clima e ambiente si è sempre disinteressato ma ormai è capace, come Barbapapà, di assumere qualunque forma e dire sì a qualunque tema, purché si tratti di garantire pace (e soprattutto potere per sé). Insomma, non si capisce come da una strampalata – per non dire di peggio – coalizione potrebbe nascere quella lotta al cambiamento climatico che Grillo sembra auspicare. Lotta che neanche un governo pure sensibile al tema, come il Conte due, è riuscito quanto meno ad abbozzare.
Che dire, speriamo che ci si riesca. Probabilmente è troppo tardi, ma la soddisfazione di sentire termini come “ministro della transizione ecologica”, “sviluppo sostenibile in Costituzione” e “Consiglio superiore per lo sviluppo sostenibile” è davvero veramente grande. Per chi si occupa di ambiente per lavoro e per chi, come tantissimi cittadini, è veramente preoccupato. Usciamo da settimane di freddo intenso per ritrovarci, oggi, con un caldo quasi estivo, a febbraio, e l’aria che sa di sabbia. Oggi la commessa del supermarket sotto casa era terrorizzata: “Se fa caldo così ora questa estate crepiamo. E se non crepiamo piangiamo”. A dimostrazione che le persone normali capiscono con facilità cose che chi ci rappresenta neanche mette formalmente in agenda.
Pubblicato sul Fatto quotidiano.it febbraio 2021
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