Siamo quasi ai primi di marzo e già si notano i primi fervori estivi: mamme che nei gruppi Facebook cominciano a chiedere di possibili case da affittare al mare (magari “senza spendere un rene”), domande di amici su cosa si pensa di fare l’estate, discussioni familiari su ferie e controferie.
Ma un po’ come quando si va al supermercato affamati, scegliendo le cose sbagliate e comprando troppo, allo stesso modo ci tocca decidere le vacanze estive quando ancora siamo in un (relativo) inverno, e dunque con voglia di sandali e sole in faccia. Ma per prenotare le vacanze, oggi, ci vuole un po’ di fatica, intelligenza e immaginazione in più. Perché, sic, c’è una nuova, non simpatica, variante. Quella climatica. Che dovrebbe farci propendere per scelte che ne tengano conto.
È inutile dire, ovviamente, che a decidere la vacanza è soprattutto lui, ovvero il budget. Per chi lo ha molto ridotto, la scelta è ridotta ed è anche più difficile tener conto della variabile clima. Tuttavia, come vedremo, ci sono scelte economiche che ci permettano di evitare estremi climatici e stare relativamente al sicuro. Poi c’è, anche, la questione delle ferie concesse dalle aziende solo in certi periodi, a esempio le fabbriche chiudono ancora sempre d’agosto. In questo, sarebbe necessario un cambiamento culturale, anche e soprattutto perché il clima è cambiato, anzi stravolto.
Se al mare è troppo caldo. E pure a Tokyo o New York
Partiamo dall’Italia.
Se siete vacanziero-sovranisti, se insomma vi siete sempre mossi in Italia e vi piace l’Italia, sarebbe bene considerare che in Italia a luglio e agosto, ma anche giugno e settembre, ormai fa caldissimo. E per caldissimo intendo temperature roventi e ondate di calore che durano anche settimane.
È una cosa brutta e triste, ma purtroppo è così. Meglio allora tenerne conto se, per esempio, si ha un bambino neonato e lo si vuole portare al mare, per lo iodio. È probabile che il mare il bambino lo vedrà assai poco e che resterete per la maggior parte del tempo in casa, con l’aria condizionata (accertatevi che ci sia in ogni casa vacanze, purtroppo serve) fino a pomeriggio inoltrato.
Il mare, se fa caldo, non rinfresca, tutto il contrario. Quanto alle città d’arte, inutile dire che è impossibile visitarle nei mesi estivi, come già turisti stranieri hanno cominciato a capire.
E la montagna? Un po’ meglio, anche se il caldo si fa sentire anche lì. Ma il problema non è tanto quello ma che le mete italiane, come il Trentino, d’estate ormai sono come i grandi magazzini ai saldi, prese d’assalto. Questo significa prezzi altissimi, parcheggi impossibili e lunghe file.
Ne vale la pena? Prendiamo l’estero. Se si resta nell’Europa mediterranea, la questione del caldo è identica all’Italia, più o meno.
Preparatevi a soffrire, e è un peccato perché le vacanze sono poche. Molto meglio, sinceramente, è andare in Europa del Nord, ammesso che vi piaccia.
Qui il vero ostacolo sono soprattutto i prezzi, cresciuti negli anni, anche grazie al fatto che, proprio per il clima, queste mete più fresche durante l’estate sono preferite da un numero crescente di persone.
Tra il nostro mare, pure quello più bello, a 40 gradi e 80% di umidità, e un giro tra i fiordi norvegesi io non avrei dubbi. Ma i dubbi possono venire quando si vedono i costi di aerei, traghetti, cibo.
La questione caldo riguarda tutto l’emisfero in cui è estate. Insomma, se volete andare a New York o a Tokyo farlo ad agosto è una decisione abbastanza masochista. Date un’occhiata agli archivi meteo degli scorsi anni.
Occhio a campeggi e isole
Ma il problema non è solo il caldo torrido, ma anche altri tipi di eventi estremi. Per esempio, questi ultimi anni hanno dimostrato che andare nelle isole potrebbe essere meno sicuro che altrove. Perché in caso di incendio è molto più complicato fuggire. Altra questione da tenere in considerazione, ovvero la possibilità di improvvisi temporali estivi e alluvioni: andare oggi in vacanza in campeggio potrebbe essere più rischioso, specie, appunto se vicino a torrenti e se le tende sono tra i boschi, sia sempre per gli incendi, sia per via dei rami e degli alberi che potrebbero cadere.
In questo caso, è sempre meglio informarsi se c’è la possibilità di pernottare al sicuro nel caso ci sia appunto un temporale. Non fatevi problemi. E andare in campagna?
Può essere una soluzione? Certamente può esserlo, anche se pure in campagna fa caldo (ma una casa fatta in mattoni può aiutare). Qui meglio fare attenzione agli insetti, come i grandi calabroni, che il clima cambiato ha contribuito ad aumentare. In generale, quando il caldo è torrido, la questione insetti vale un po’ dovunque si vada. Anche se resta meno pericolosa sia delle ondate di calore che delle alluvioni (a proposito, in questo senso anche per l’estate dovunque andiate non scegliete case troppo isolate).
Una casetta sull’Appennino
Ma in definitiva, allora, le vacanze, a causa della crisi climatica, sono per forza rovinate? Cosa si può fare per salvarle?
La soluzione radicale per chi ha molti, molti soldi e non ha remore a inquinare il Pianeta con voli intercontinentali può essere quella di volare, d’estate, nei Paesi in cui è inverno. E così visitare il Sud africa, l’Argentina e così via (sarà il turismo del futuro dei ricchi, probabilmente).
Per chi invece di soldi ne ha un po’ di meno, ma comunque abbastanza, meglio optare per l’Europa del nord o la nostra sia pur affollata montagna. Per chi infine ha pochi soldi, scusate se la metto così brutale, ma purtroppo siamo in una società che sui soldi si basa, io un consiglio ce l’avrei.
Invece di andare a prendere caldo al mare, valuterei paesini dell’Appennino dai mille metri in su. Le case sono quasi tutte vuote, costano pochissimo e anche se le temperature si sono alzate anche lì difficilmente si sale sopra i 30 gradi e ancora, non so per quanto, si può stare senza condizionatore. Certo, in questi paesini spesso non c’è molto da fare, ma se avete bambini piccoli sarà meglio un po’ di verde e di fresco a poche lire che un mare affollato e caldissimo (almeno la penso così).
La scelta migliore: partire dopo
La cosa migliore, infine, ma solo per chi ha ferie flessibili – le aziende dovrebbero cominciare a darle e cambiare esse stesse – sarebbe continuare a lavorare o in città, magari con un abbonamento in piscina, potendo, oppure facendo un po’ di smartworking avanti e indietro magari appunto da una casa poco costosa in appennino o nelle prealpi e poi, quando il caldo torrido se ne va, farsi una vacanza lunga quanto il portafoglio lo permette in un periodo dove non c’è gente e la temperatura è piacevole.
Ma se la scuola ricomincia? Le vacanze estive sono lunghissime e già partire a settembre o giugno è un po’ meno peggio di luglio o agosto. Oppure si può partire a Natale. Oppure spiegare alle maestre il problema, e partire durante la scuola, non succederà poi niente se ci si assenta per dieci giorni, ma ci si godrà davvero la vacanza.
Certo, sarebbe tempo che il calendario scolastico cambiasse, una lunga storia che non ha mai soluzione (mentre in altri Paesi, per esempio, le ferie delle regioni sono scaglionate in modo da permettere alle famiglie di andare in vacanza in fasi diverse).
Il centro estivo? Meglio al chiuso
Infine un ultimo consiglio per chi resta in città con i bambini: non fatevi attrarre dal centro estivo col giardinetto davanti, perché farà troppo caldo per usarlo. Meglio, potendo, quello con la piscina, anche se poi fuori dall’acqua sempre caldo è, oppure una bella struttura grande con aria condizionata.
Sono poche ancora, bisognerebbe aumentarle, da tempo sostengo che servono strutture per bambini e ragazzi chiuse per l’estate, dove incontrarsi e fare sport in un clima ventilato. Può apparire triste, ma è inutile ragionare con la testa nel passato, purtroppo così è.
D’altronde, questo è il nostro futuro: sempre più chiusi, a causa di un esterno avverso. Cominciamo ad abituarci e a trovare cose belle e creative da fare dentro. E, intanto, prenotiamo le nostre vacanze. Ma, possibilmente, con la testa non a marzo, ma a luglio.
La Svolta, 28 febbraio 2024
Foto di Pete Linforth da Pixabay