Ho guidato per quasi trent’anni scooter a benzina. D’altronde vivo a Roma, città infernale dal punto di vista della mobilità, dove il motorino rappresenta la salvezzada un punto di vista pratico e psicologico. Si va in motorino sempre, con la pioggia e il caldo tremendo, ci si portano bambini, pacchi, qualsiasi cosa. Il motorino ti salva la vita, anche se spesso, specie a Roma, te la rovina, a causa di incidenti spesso mortali. Ma d’altronde non c’è alternativa e quindi chi ce l’ha lo usa sempre, per non soccombere agli ingorghi che si moltiplicano sempre di più, altro che città dei 15 minuti.

Il mio ultimo motorino però, già comprato usato, era arrivato ormai a fine vita. Così a giugno, approfittando degli incentivi, sono andata da un concessionario che vendeva anche motorini elettrici. E sono uscita con un motorino elettrico, anche se non ne ero così convinta. In effetti le prime settimane sono state complicate. Imparare ad usarlo, soprattutto capire come caricare le batterie, che pesano oltre trenta chili e che, non avendo il garage, mi porto fino al quarto piano, spesso con l’aiuto di mio figlio. Tanto ero poco sicura della mia scelta che ho deciso di pagare l’assicurazione del vecchio di altri sei mesi, per sicurezza che, si sa, a Roma se ti si ferma il motorino sei perso.

Ci sono stati episodi esilaranti. Ad esempio un giorno, dopo aver ricaricato per la prima volta le batterie, sono scesa sotto casa e sono rimasta come una scema immobile a lungo, senza sapere in che modo aprire la sella, visto che senza batterie le chiavi elettriche non funzionano. Poi ho scoperto che dentro le chiavi elettriche c’è una micro chiavetta di ferro, ma per inserirla e girarla correttamente c’è voluto tempo e l’intervento di parecchie persone che passavano di lì, con discussioni animate.

Ad ogni modo, dopo qualche settimana tutto mi è stato chiaro. Ma soprattutto, il motorino elettrico è una cosa meravigliosa. Ti abitui al suo silenzio, alla sua leggerezza e dopo un po’ non puoi più farne a meno. Le poche volte che ho ripreso il vecchio, non sopportavo più il rumore, la pesantezza, tutto. Dopo che hai sperimentato un motorino elettrico non torni indietro. Per non parlare del fatto che non devi fare più benzina, e quanto spendi di elettricità è nettamente inferiore. Niente bollo, e puoi anche entrare nella super ztl A1, vietata anche ai motorini. Quanto l’ho pagato? Sicuramente non poco, ma neanche più di un motorino normale, come un motorino normale medio-grande, insomma. La manutenzione, però, costa molto meno, perché il motorino elettrico sembra quasi un giocattolo, praticamente all’interno ha le batterie e basta, quindi niente meccanico, candele, e tutto il resto.

Certo, il modello che ho io non può andare sul Raccordo Anulare o sulle tangenziali, cioè strade a scorrimento veloce simili ad autostrade, dove invece sfrecciano i roboanti max motorini dei romani che abitano o lavorano lontano. Ma sicuramente per buona parte della popolazione degli scooteristi romani andrebbe benissimo.

Eppure. Eppure sono mesi che lo guido e in tutti questi mesi non ho mai, mai visto un motorino elettrico fermo al semaforo, a parte quelli in sharing. La cosa mi intristisce e lo fa sempre di più. Perché Roma ha circa 600.000 scooter. E se la maggioranza fossero elettrici, ci sarebbero una quantità impressionante in meno di polveri sottili per strada, con conseguente immediato miglioramento dell’aria e della salute nostra e dei nostri figli. Meno asma, bronchite, meno allergie. Per non parlare del rumore: siamo abituati a vivere, a Roma, immersi in un inquinamento acustico insopportabile. Se si usasse l’elettrico, in città regnerebbe quasi il silenzio. Sarebbe, anche quello, un toccasana per salute. Sembra invece che non possiamo sottrarci ad un destino rumore.

Perché? Come mai in altri paesi in città ormai ci sono solo motorini elettrici (per non parlare della Cina, dove non è possibile altrimenti)? Perché l’Italia è l’ultima in Europa quanto a macchine e motorini elettrici? Dopo aver studiato un po’ il tema, posso dire che il problema è culturale. Non crediamo alla mobilità elettrica. E non ci crediamo perché siamo infarciti di fake news su auto e motorini elettrici. Sia il governo, sia le lobby anti-elettrico e anti-green ci fanno credere che l’elettrico è più costoso, che si incendia, che è più inquinante, che ha batterie che non si smaltiscono. Tutte balle, che non ho intenzione qui di smontare, perché ci vorrebbe tempo. Ma rimando a questo pezzo scritto, che trovate in calce, scritto da me a partire da un ottimo libro che, prima di cominciare a commentare compulsivamente, consiglio davvero vivamente di leggere.

Nel frattempo, io continuo a girare per la mia città felice del mio silenzioso motorino. E al tempo stesso tristissima nel vederlo così tragicamente solo. Ho saputo che, addirittura, gli incentivi non sono ancora finiti, segno che le persone non sono neanche interessate. E questo, ripeto, accade perché non sono informate, né aiutate a cambiare, a causa dell’ignoranza di chi ci governa e interessi di aziende che mettono il profitto sempre avanti alla salute dei cittadini.

Il Fatto Quotidiano.it, 30 novembre 24

Foto di Aixklusiv da Pixabay

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