Piccolo vocabolario etico perché tutto tutto ciò che è successo non riaccada
Dire che il, digitale sarà il nostro futuro dopo il covid-19 può sembrare di una banalità sconcertante. Ma la riflessione che va fatta è più sottile. La vita pandemia ci ha costretto ad usare il mondo digitale in maniera totale e quasi ossessiva. Sarebbe quindi logico che per il, dopo covid-19 si auspicasse invece un ritorno al contatto, al reale, al corpo. Così è ma paradossalmente sarà proprio il digitale a permetterci il ritorno al corpo. Su due fronti.
Il primo è l’immenso risparmi di tempo. Non ci rendiamo neanche conto di quanto tutta una serie di attività che si trasferiranno appunto on line, dalle riunioni al lavoro a quelle scolastiche, dalle conferenze alle lezioni di yoga e fitness, dalle consulenze alla burocrazia, libereranno finalmente tutto il tempo degli spostamenti. E questo ci permetterà appunto più contatto, vicinanza, prossimità a chi amiamo e dunque pienezza maggiore. Sempre che questa opportunità si colga, che appunto si continui a utilizzare le opportunità del digitale per tutta una serie di cose, senza tornare indietro.
Il secondo motivo è ecologico. Ormai era chiaro a molto, purtroppo non a tutti, che andando avanti nel modo in cui stavamo andando avanti non ci sarebbe stato futuro, a causa, appunto, della distruzione concreta della natura, cioè della realtà, del mondo qui e ora in cui viviamo. Siamo stati bloccati fisicamente, mentre tutto continuava virtualmente, e le emissioni sono calate, così come l’inquinamento. Questo significa che se una parte delle attività resterà non direi virtuale, perché sempre di realtà di tratta, ma appunto digitale, l’ambiente potrà trarre giovamento. Forse avremo qualche chance in più. Forse un poco di tempo in più per rimediare, per cambiare.
Ecco perché starei attenta a demonizzare il digitale ma ecco perché, soprattutto, non lo vedo come contrario al corpo se, ovviamente, viene utilizzato in maniera intelligente e se, ovviamente, riguarda principalmente gli adulti, non i bambini e i ragazzi che invece continueranno ad aver bisogno di didattica reale, contatto e interazione sociale in misura ben maggiore che noi. Ma ad oggi, il digitale resta una speranza. E’ stato un aiuto grande durante la quarantena – come avremmo potuto senza – è uno strumento formidabile che potrebbe, appunto, far parte di quella decrescita felice di cui tanto si parla. Perchè non produce conseguenze, pur non privandoci, almeno in parte, dell’esperienza che vorremmo.
(18 aprile 2020)