Piccolo vocabolario etico perché tutto tutto ciò che è successo non riaccada
Non poteva mancare nel nostro piccolo vocabolario per il dopo l’acqua, , semplicemente e intuitivamente, è la base della nostra sopravvivenza e di quella di qualsiasi specie vivente, dagli animali alle piante. Tutti, ma proprio tutti, dipendiamo da lei. Eppure, incredibilmente, non la trattiamo come tale. Cioè come qualcosa che, se non ci fosse, ci farebbe morire in pochissimi giorni.
Di acqua si è parlato molto in collegamento con la crisi climatica. E’ giusto, perché una delle conseguenze più scioccanti dell’aumento delle temperature è proprio da un lato la sua diversa distribuzione – piogge intense e alluvioni devastanti vs siccità – ma anche il letterale prosciugamento di fonti d’acqua fondamentali per le persone che vivevano in prossimità. Fiumi,laghi. Nei mesi passati sono passate per i siti del mondo le immagini delle cascate Vittoria a secco. Personalmente l’ho trovata una delle immagini più dolorose che abbia mai visto.
A fronte di questo, noi, in Italia, ci rapportiamo all’acqua come se niente fosse accaduto. Le municipalizzate che se ne occupano, che stanno cercando di coprire le, falle che ne fanno disperdere quantità mostruose, nell’ordine del 40 per cento, non fanno nessuna, ma proprio nessuna educazione al consumo responsabile di questo bene prezioso. Le persone la usano come se fosse infinita, lasciano aperti i rubinetti, ne sprecano centinaia di litri per sciacquare qualche padella, fanno lavatrici a gogo con panni usati un giorno. L’Italia è uno dei paesi che ha un più alto consumo procapite, ma non è un paese che una ricchezza d’acqua, quanto meno al sud – ma le siccità del Po degli ultimi anni devono averci pur insegnanti qualcosa – e il nostro futuro ci prospetta proprio la desertificazione di molte aree, anche a causa della scarsità idrica. L’atteggiamento di indifferenza con cui la usiamo ferisce, è incomprensibile, assurdo anche se la colpa è anche delle istituzioni che non danno indicazioni.
Però il nostro rapporto con l’acqua deve essere equilibrato, come ha scritto di recente Eduardo Borgomeo in “L’oro blu” (Laterza). Non dobbiamo essere idrofobi, ovvero trattare male l’acqua, temerla, anche, ma idrofili, ovvero avere un rapporto con lei giusto, equilibrato, sano, lucido, ma anche empatico. Usarla, goderne, senza sprecarla. Studiarla, studiarne i cambiamenti e cercare di fare fronte ad essi. Rispettarla come qualcosa di sacro, non scontato, purtroppo non infinito, senza tuttavia sentirci in colpa per il fatto che ne abbiamo bisogno, cosa che accade talvolta nell’ambientalismo radicale. Possiamo ritrovare con l’acqua un equilibro. Dobbiamo trovarlo, attraverso un mix di studio scientifico e amore. Se l’acqua è vita e non c’è vita senza acqua, allora per lei abbiamo trovare le stesse passioni che proviamo per la vita.
(22 aprile 2020)